Il Kurdistan iracheno tra autonomia e indipendenza
In: Politica internazionale: rivista bimestrale dell'IPALMO, Band 20, S. 113-122
ISSN: 0032-3101
Nationalist claims of the Kurdish minority in Iraq.
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In: Politica internazionale: rivista bimestrale dell'IPALMO, Band 20, S. 113-122
ISSN: 0032-3101
Nationalist claims of the Kurdish minority in Iraq.
In: Politica internazionale: rivista bimestrale dell'IPALMO, Band 20, Heft 4, S. 113-122
ISSN: 0032-3101
World Affairs Online
L'articolo analizza il tema dell'indipendenza delle autorità di regolazione dal Governo. Riflette sull'applicazione degli indicatori d'indipendenza, come configurati dal diritto dell'Unione europea. Esamina il delicato rapporto tra indirizzi di politica economica, recuperati dal Parlamento e dal Governo, e poteri di vigilanza sulla loro attuazione, assumendo come esempio il piano di sviluppo della c.d. banda "ultra-larga". Ritiene insufficiente la supplenza del principio di c.d. "legalità procedimentale" per accrescere i poteri delle autorità di regolazione in difetto di precisione delle norme attributive di potere. Accenna infine all'altro polo dell'indipendenza, rappresentato dagli operatori economici, e al connesso rischio di cattura del regolatore da parte del mercato.
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In: Quaderni di scienza politica: rivista quadrimestrale, Band 11, Heft 1, S. 107-144
ISSN: 1124-7959
In: Collana di studi sul risorgimento Italiano N. 5
In: Percorsi
In: Scienza politica
In: Filosofia politica: riv. semestrale, Band 23, Heft 2, S. 203-222
ISSN: 0394-7297
La ricerca intende indagare le forme di recezione del moderno diritto di natura da parte del ceto culturale e di governo del Granducato toscano nella prima metà del Settecento. Il percorso parte dall'identificazione delle opere, effettivamente circolanti, dei maggiori giusnaturalisti, quali Barbeyrac, Burlamaqui, Bynkershoek, Grozio, Hobbes, Leibniz, Locke, Pufendorf, Thomasius e Wolff, e dei lettori toscani, per giungere all'individuazione dei temi oggetto della discussione politica. A seguito di una prima ricognizione è emerso che: 1) il giusnaturalismo era presente sia nella cultura dei professori dell'Università di Pisa, sia nello strumentario politico dei membri del ceto dirigente; 2) il momento in cui la presenza del moderno diritto di natura diviene più evidente è quando i due lettori si incontrano per necessità. Queste sono le ragioni per le quali la ricerca è stata indirizzata verso una storia della recezione – né di tipo puramente filologico, né di tipo filosofico – volta ad illustrare quelle specifiche congiunture in cui è possibile riscontrare concretamente una forma di recezione, ossia una recezione con funzione politica. Nel capitolo I, lo studio delle edizioni ha confermato che il giusnaturalismo divenne popolare negli ambienti intellettuali toscani solo nella prima metà del Settecento, e che le traduzioni di Sorbière, Coste e Mazel, assieme a quelle di Barbeyrac, ebbero un ruolo decisivo nella diffusione delle opere giusnaturalistiche: il giusnaturalismo divenne toscano, dunque, non prima di essere divenuto europeo. Nei capitoli II, III e IV, lo studio dei testi di alcuni giuristi ed esponenti del ceto dirigente, quali Niccolò Antinori, Giuseppe Averani, Francesco Frosini e Giuseppe Maria Buondelmonti ha mostrato l'esistenza di un processo di selezione delle dottrine giusnaturalistiche: 1) bilanciato in vista della circolazione europea dei diversi scritti toscani; 2) orientato politicamente ora per affrontare le questioni successorie, ora per disegnare una aggiornata immagine degli assetti politici ed istituzionali e della società civile, ora per suggerire la scelta della neutralità e un ruolo specifico dei paesi neutrali nelle relazioni internazionali. L'esame delle diverse scritture dei membri del ceto dirigente ha mostrato la consapevolezza di questo ceto della prescrittività del sistema internazionale di potenza e un utilizzo della dottrina groziana in materia di relazioni internazionali finalizzato a promuovere e accreditare il piccolo stato del Granducato presso la società politica internazionale. L'uso di Grozio e dei suoi commentatori è apparso essere stato volto a difendere il principio che i rapporti tra stati si debbano fondare sulla fides reciproca, sull'eguaglianza del loro statuto giuridico internazionale, e, più in generale, a sostenere che l'Europa degli stati perennemente belligeranti avrebbe dovuto comunque attenersi a regole giuridiche universali. In appendice si offrono: I) la trascrizione delle memorie di parte granducale esaminate; II) la trascrizione di una selezione di carteggi diplomatici e confidenziali di Bonifacio Visconti, Carlo Borromeo Arese, Zanobi Maria Bartolini Salimbeni, Neri Corsini e Coriolano Montemagni; III) uno specimen del censimento delle edizioni sei-settecentesche delle maggiori opere di Grozio, quali Mare liberum, De jure belli ac pacis, De veritate religionis christianae, Respublica Hollandie, et Urbes, presenti nelle biblioteche toscane. This research inquiries into forms of reception of modern natural law theory by the Tuscan ruling class during the first half of the Eighteenth century. It identifies the major works of authors such as Barbeyrac, Burlamaqui, Bynkershoek, Grotius, Hobbes, Leibniz, Locke, Pufendorf, Thomasius and Wolff, circulating at that time and their Tuscan readers, and the subjects of the political debate. A first phase of research revealed that: 1) natural law theory was present among the professors of the University of Pisa, and in the political culture of the ruling class; 2) natural law theory emerged more clearly when the two type of readers come together in moments of political necessity. These results supported further research neither purely philological, nor philosophical into this reception history, to enlighten the specific circumstances in which a concrete form of reception was ongoing, that is a reception with a political function. In chapter I, the study of the editions confirmed that natural law theory become popular among Tuscan intellectuals only by the first half of the Eighteenth century. And it also showed that the translations by Sorbière, Coste and Mazel, together with the ones by Barbeyrac, had a decisive role in the process of reception of natural law theory's works: natural law theory become Tuscan, after it had become European. In chapters II, III, and IV, close reading of the works of some jurists and members of the ruling class, such as Niccolò Antinori, Giuseppe Averani, Francesco Frosini and Giuseppe Maria Buondelmonti revealed that a process of selecting natural law theories was under way: 1) balanced as a result of the expected European circulation of these Tuscan works; 2) politically oriented to deal with questions of succession, to draw an up-to-date picture of political-institutional order and of civil society, or to advocate the neutrality option and a specific role for neutral nations in international relations. The examination of these dissertations showed the awareness of the international system's prescriptiveness held by the Tuscan ruling class, and the special use of the Grotius's doctrine relating international relations finalized to promote and gain credit to the small state of the Grand Duchy within international political society. The use of Grotius's teachings and of his annotators seemed to have been focused to defend the principle by which the relations between states should be founded on mutual trust, on the equality of international juridical statue, and, in general, that European states, always waging war, should follow universal juridical rules. In the Appendix there can be found: I) many transcriptions of the memorials taken into account by this research; II) a selection of diplomatic and confidential correspondences of Bonifacio Visconti, Carlo Borromeo Arese, Zanobi Maria Bartolini Salimbeni, Neri Corsini and Coriolano Montemagni; III) a sample of the census of the Seventeenth and Eighteenth editions of Grotius's major works, such as Mare liberum, De jure belli ac pacis, De veritate religionis christianae, Respublica Hollandie, et Urbes, held by Tuscan libraries.
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SOMMARIO: 1. I creoli e l'indipendenza. – 1.2. La sua causa iniziale. – 1.3. Le idee politiche dell'indipendenza. – 2. I próceres dell'indipendenza e le fonti ideologiche. – 2.1. La formazione politica di Bolívar. – 2.3. Valori e principi nelle costituzioni preparate da Bolívar. – 3. Il costituzionalismo latinoamericano e alcune odierne tendenze. – 3.1. Riaffermazione della supremazia costituzionale, del diritto internazionale e comunitario. – 3.2. Istituzione di nuovi diritti, garanzie e strumenti processuali costituzionali per la loro difesa. – 3.3. Nuovi diritti, libertà e doveri. – 3.4. Nuove garanzie e strumenti per la difesa dei diritti. – 3.5. Il superamento del modello presidenzialista. – 3.6. Il rafforzamento della democrazia e della partecipazione popolare. – 4. Conclusione.
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Premessa qualche breve considerazione circa le cause che portarono alla disgregazione dell'Unione Sovietica, l'autore si ripromette di analizzare il ruolo che vi giocarono le tre Repubbliche baltiche dell'Estonia, Lettonia e Lituania, che prima della loro annessione all'Unione Sovietica nel 1940 erano Stati Indipendenti e come tali possedevano una "personalità politica internazionale": in considerazione di tale circostanza nei loro confronti si potrebbe parlare non "di una secessione stricto sensu, bensì di una restaurazione della personalità politica internazionale".
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Le riforme del sistema giudiziario introdotte in Polonia a partire dal 2017 hanno consentito alla maggioranza politica di interferire in maniera estesa nell'organizzazione della giustizia ed hanno prodotto conseguenze di rilievo nei rapporti tra le componenti dell'ordine giudiziario, portando ad un duro scontro tra i giudici che si sono schierati in difesa del principio di indipendenza e imparzialità degli organi del potere giudiziario, e i giudici che si sono allineati alle posizioni del partito di governo. Le riforme in questione hanno inoltre rappresentato un ulteriore motivo di frizione con gli organismi europei, i quali hanno reagito mettendo in campo strumenti di protezione aggiuntivi per assicurare il rispetto dei valori sui quali si fonda l'Unione, ed in particolare del principio di indipendenza e imparzialità dei giudici. ; The reforms of the Polish judicial system, introduced starting from 2017, allowed the political majority to severely interfere with the organization of the judiciary. This led to a harsh confrontation among different judicial bodies, in particular between judges who defended the independence and the impartiality of the courts, and judges who supported the position of the governing party. Moreover, the reforms adopted deteriorated relations with the EU institutions. The latter reacted introducing further instruments to ensure the compliance to EU values, in particular to the principle of independence and impartiality of the judges.
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L'articolo, prendendo spunto dal c.d. Golfgate, che ha coinvolto l'ex commissario europeo al commercio Phil Hogan, esamina l'istituto delle dimissioni volontarie, ai sensi dell'art. 246 TFUE. Il lavoro, in particolare, si concentra sui casi in cui queste sono rassegnate per ragioni di responsabilità politica, con l'obiettivo di svolgere alcune considerazioni critiche sul principio di indipendenza della Commissione europea.
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Four subjects are dealt with: the confusion between self-determination and separatisms; self-determination as a point or as a process; the mystery regarding who the "self " in self-determination refers to; and the link between self-determination and democracy. As for the first topic, the author maintains that self-determination cannot be identified with political separatisms, since it is a form of "social being", of "collective existence". Its great political power lies to the fact that it is perceived as essential for reaching objectives that are valued morally and shared socially, such as control over one's own life and destiny. As such, it cannot be a point, a single political event. The author holds that it is indispensable to make a collective effort to find a rigorous criterion - revising the approaches so far used in international law and adopted by governments - by means of which to define those who claim the right to self-determination. It is also necessary to strengthen the tie between self-determination and democracy. He states, in fact, that the violence that often accompanies such phenomena is due not to self-determination but to its negation, and this is incompatible with democracy, which can prosper only by respecting the right of peoples to self-determination. The challenge is to transform these basic principles into effective political and legal institutions. ; Vengono trattati quattro temi: la confusione tra auto-determinazione e separatismo; l'auto-determinazione come punto o come processo; l'enigma riguardo a chi si riferisca l'"auto" in auto-determinazione; il legame tra auto-determinazione e democrazia. Riguardo al primo tema l'autore sostiene che l'auto-determinazione non può essere identificata con il separatismo politico, in quanto è una forma di "essere sociale", di "esistenza collettiva". Il suo grande potere politico sta nel fatto che viene percepita come essenziale al raggiungimento di obiettivi che vengono valutati moralmente e condivisi socialmente, come il controllo della propria vita e del proprio destino. In quanto tale, non può essere un punto, un evento politico unico. L'autore ritiene indispensabile uno sforzo collettivo per trovare un criterio rigoroso - rivedendo gli approcci fino ad ora usati nel diritto internazionale e dai governi - mediante il quale definire quanti rivendicano il diritto all'auto-determinazione. È poi necessario rafforzare la connessione tra auto-determinazione e democrazia. Egli afferma infatti che la violenza che spesso accompagna tale fenomeno è dovuta non all'auto-determinazione ma alla sua negazione, e ciò è incompatibile con la democrazia, che può prosperare solo rispettando il diritto dei popoli all'auto-determinazione. La sfida è quella di trasformare questi principi base di istituzioni politiche e legali efficaci.
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In: http://mdz-nbn-resolving.de/urn:nbn:de:bvb:12-bsb10077534-1
Volltext // Exemplar mit der Signatur: München, Bayerische Staatsbibliothek -- Ital. 80 yk-2
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